Il crowdfunding o “finanziamento dal basso” o – letteralmente – il finanziamento di massa per quanto possa sembrare assurdo nel principio (finanziare a fondo perduto o quasi un progetto che si reputa interessante) si è “affollato” di piattaforme nell’ultimo decennio in tutto il mondo e c’è una vera e propria “folla” di comuni cittadini finanziatori delle idee più innovative, ma anche “personali” come può essere una lista di nozze. Altre piattaforme invece puntano sul guadagno facile, e si sono organizzate per raccogliere fondi per poi effettuare operazioni di trading con le opzioni binarie.
Questo comporta un “giro di affari” e di denaro cospicuo che allo stato attuale non è regolamentato. In sostanza, non esistono dei veri e propri regolamenti internazionali del crowdfunding, sebbene esistano dei “tentativi” e delle “bozze” di normativa soprattutto negli USA, dove il fenomeno ha caratteristiche molto più importanti rispetto al mercato europeo e italiano.
Il primo regolamento statunitense
Il Crowdfund Capital Avisors statunitense da anni è alle prese con la stesura e l’approvazione di una norma per regolamentare le piattaforme di crowdfunding e la gestione finanziaria del denaro. Nel 2012, la Securities and Exchange Commission (SEC) - ente governativo statunitense – ha approvato una norma che impone la stesura del primo regolamento del crowdfunding negli Stati Uniti.
Le direttive indicano di regolamentare l’ “anagrafe” delle piattaforme, uniformare le modalità di registrazione e le commissioni, legiferare in base ad ogni tipologia di finanziamento (reward-based, equity, social lending, donation-based, e così via), disciplinare i settori di applicazione del crowdfunding, stabilire le categorie e le procedure di finanziamento, determinare in quali casi è opportuno introdurre il controllo delle trattative finanziare da parte di un istituto creditizio e quando, invece, lasciare autonomia di gestione a tutela di tutti gli utenti.