Idee imprenditoriali

Elicicoltura: come aprire un allevamento di lumache

Elicicoltura

L’elicicoltura rappresenta, nel nostro Paese, un’opportunità imprenditoriale che merita di essere presa in considerazione con grande attenzione, soprattutto da chi ama lavorare a contatto con la natura. Ne abbiamo parlato con Alessandro Nicoletti di Aprireazienda.com, portale di approfondimento per chi desidera aprire un’azienda agricola in Italia e all’estero.

Alessandro ci spiega che questa attività consiste nell’allevamento di lumache a scopo alimentare, e rientra in un settore produttivo che ha una storia relativamente giovane, visto che è nato solo nei primi anni Settanta. Quella che fino a qualche tempo fa era un’attività poco conosciuta oggi è un’attività agricola a tutti gli effetti, caratterizzata da un alto livello di diffusione.

Le domande che abbiamo posto a Alessandro


Come va il mercato dell’elicoltura?

Stando ai dati di uno studio di Coldiretti, in Italia un consumatore su due dichiara di apprezzare le lumache, che garantiscono un apporto nutrizionale completo e possono essere mangiate anche da coloro che devono rispettare una dieta povera di grassi. Anche per questi motivi il mercato dell’elicicoltura va crescendo sempre di più, senza subire le conseguenze negative della crisi e mettendo a disposizione occasioni di investimenti importanti. In tutto nel Belpaese ci sono più di 12mila azienda che si occupano di allevamento, per circa 9mila ettari coltivati e un fatturato che supera i 300 milioni di euro ogni anno.

Dove allevare le lumache?

Se si è interessati a scegliere una location in cui iniziare un allevamento di lumache, è bene sapere che la Sicilia è la regione italiana che conta il maggior numero di attività in questo ambito: qui si trova, per altro, anche l’allevamento di chiocciole più grande di tutto il Paese. Sul secondo e sul terzo gradino del podio, invece, si collocano rispettivamente la Toscana e il Piemonte. La ricerca del terreno è, ovviamente, il primo step di cui occuparsi in vista dell’apertura di un’azienda operativa nel settore dell’elicicoltura: non è detto che si sia obbligati ad acquistare un terreno, poiché in assenza di liquidità sufficiente ci si può limitare anche a prendere un appezzamento in afffitto.

Quanto si guadagna con un allevamento di lumache?

Sono numerose le variabili che incidono sulla possibilità di ottenere profitti e sulla loro entità: una delle più importanti è la capacità di far riprodurre le chiocciole, ma è importante tenere conto anche delle abilità di identificare i canali di vendita più redditizi e raggiungerli con facilità. La commercializzazione del prodotto, insomma, è un aspetto decisivo nel definire il rendimento dell’attività. Ci si può rivolgere al settore della ristorazione, a negozi di alimentari o a rivenditori, a meno che non si decida di proporsi direttamente ai consumatori finali. I grossisti e i consorzi rappresentano altri potenziali interlocutori da tenere in considerazione, ma in questo caso è necessario attendersi rendite più basse.

Si possono guadagnare somme importanti con l’elicicoltura?

Un’azienda elicicola ha ricavi che, come si può facilmente intuire, risultano direttamente proporzionali rispetto alla quantità di recinti creati. In altre parole, le dimensioni degli allevamenti hanno un ruolo fondamentale nel definire i guadagni. Una stima piuttosto attendibile parla di un ricavo lordo compreso tra i 24mila e i 26mila euro ogni anno per 5mila metri quadri di impianto. Stando alle indicazioni fornite dall’Istituto Internazionale di Elicicoltura, ipotizzando di seguire un metodo di gestione appropriato si può beneficiare di una resa media che va da un minimo di 15 soggetti vendibili per ciascun riproduttore selezionato a un massimo di 20; in termini pratici, più o meno 1 chilo per metro quadro di impianto.

Quanto costa aprire un allevamento di lumache?

Certo, oltre ai guadagni c’è da tener conto anche delle spese. Sempre immaginando di avere a che fare con un allevamento intensivo da 5mila metri quadri, si può ipotizzare un investimento attorno ai 2omila euro: di questi, circa 4.500 euro servono per la manodopera, mentre altri 5mila euro sono necessari per ottenere 24mila chiocciole da riproduzione. Vanno messi in preventivo anche 600 euro per la semina specializzata e 8mila euro per le recinzioni, senza dimenticare 1.500 euro per i prodotti deratizzanti, i disinfestanti e in generale la preparazione del terreno. Chiaramente se si ha a che fare con superfici più ampie con l’aumentare del numero di metri quadri investiti a coltura scende in misura proporzionale l’incidenza di spesa per metro quadro strutturato.

E’ possibile accedere a finanziamenti europei a fondo perduto?

finanziamenti europei a fondo perduto per il Piano di Sviluppo Rurale 2014 – 2020 sono agevolazioni economiche interessanti per chi ha in mente di avviare un’attività elicicola, al di là delle tradizionali misure di sostegno che possono essere messe a disposizione dalle banche. Alcune Regioni prevedono, poi, i crediti di imposta, e non vanno dimenticati i finanziamenti agevolati per le start up.

Che cosa serve per avviare un allevamento?

Gli aspiranti imprenditori sono tenuti ad aprire una partita Iva e a registrarsi presso l’Inail e l’Inps. Inoltre, è richiesta l’iscrizione al Registro delle Imprese agricole nella Camera di Commercio e occorre il documento di valutazione del rischio secondo la legge 626 del 1994. Da non dimenticare, infine, il certificato HACCP e l’autorizzazione sanitaria che deve essere concessa dall’Asl del territorio di competenza.